5 rarità da collezione a Vecchi Libri in Piazza – domenica 10 febbraio 2019

In occasione di Vecchi Libri in Piazza di domenica 10 febbraio 2019, ecco alcune chicche che potrete ammirare durante la manifestazione.

Presso lo stand de L’albero del riccio di Andrea Venturini:

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  • Libreria:Libreria L’ Albero Del Riccio (Italia)
  • Anno pubblicazione: 1998
  • Editore: Edizioni Nuages
  • Luogo di pubblicazione: Milano
  • Note Bibliografiche: Legatura in tela verde, custodia, cm. 27,8 x 20,2, pp.132. Con illustrazioni di Emanuele Luzzati e un’ acquaforte originale, numerata e firmata dall’artista. Edizione di lusso di 148 esemplari numerati (n.32).
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  • Autore e titolo: Henri Dante Alberti, Dans l’argile de Picasso
  • Libreria: Libreria L’ Albero Del Riccio (Italia)
  • Anno pubblicazione: 1957
  • Editore: Imprimerie Arnéra
  • Soggetti:
  • Luogo di pubblicazione: Vallauris
  • Note Bibliografiche: Brossura con illustrazione originale di Picasso, cm. 23,8 x 15,8, pp.28.
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Presso lo stand di Trippini Stampe Antiche:

Luogo/soggetto Valtellina – Bormio
 Titolo Bormio e sue cinque valli, Livigno, Furva, Val di Dentro, Val di Sotto, e Valle di San Giacomo in Frele
 Autore Schnierl Hans Conrad
 Data 1637
 Descrizione Si tratta di una carta autonoma nel ricco panorama cartografico valtellinese del XVII secolo. Pur trattandosi di un’incisione in rame all’acquaforte, quindi replicata, conserva in sé un particolare che le conferisce unicità rispetto agli altri esemplari che è stato possibile fin qui studiare. Questo particolare rappresenta la chiave di volta nell’interpretazione della stessa e ne esprime in modo univoco il motivo d’essere. La carta si presenta circondata da una cornice ornamentale inframezzata da motivi decorativi a volute. All’interno della cornice, oltre all’attenta raffigurazione cartografica, affascina l’utilizzo e la ricchezza degli elementi simbolici. Si prenda ad esempio la composizione che occupa l’angolo in alto a sinistra: su di un nastro teso tra una sfera armillare ed un globo, si legge “Initium Sapientiae”, mentre in basso tra i due putti alati “Ubi initium Ibi finis”. Tra questi elementi decorativi, due figure allegoriche: l’una la Giustizia divina e l’altra la Giustizia umana, tra le quali risplende un cerchio raggiante con iscritto un triangolo equilatero con occhio aperto simboleggiante Dio Padre, che fu introdotto in seguito alla Controriforma. Attenta la rappresentazione geografica del territorio, infatti si notano: città, fortificazioni, caseggiati isolati, pozzi. Particolare ed allo stesso tempo innovativa, rispetto ad altre carte coeve, l’utilizzo di differenti simboli per distinguere le varie colture. L’orografia è resa con coni di talpa ammassati ed ampi fondo valle. Ben evidenziati i confini: Confinia Mediolanensia, Confinia Veneta, Confinia Tridentina, Confinia Tirolensia e Confinia Rhetica. Proprio per quanto riguarda il disegno cartografico risulta interessante l’utilizzo di due differenti scale grafiche: l’una dedicata alla Valtellina “Milliaria Ital. Pro Valtellina” mentre l’altra per il contado di Bormio “Milliaria Ital. Pro Comitatus Bormij.” L’utilizzo di una scala grafica maggiore, per il Contado di Bormio, fa si che questo venga messo in risalto rispetto al restante territorio lasciando ipotizzare che ciò fosse stato fatto per sottolineare l’importanza del territorio di Bormio. E’ a questo punto che diviene determinante il particolare di cui sopra si è accennato. Infatti in nessun altro esemplare studiato è stato ritrovato il foglietto coevo, stampato con caratteri mobili e qui applicato con ceralacca rossa, che spiega il perché di questa differenza, vi si legge: “Una torretta detta la Serra divide il Contado di Bormio dalla Valtellina, che in questa Carta ha la scala delle miglia diversa da quella di Bormio, ove è diverso lo statuto, li diritti, gli usi, ed i privilegi.”. Questo foglietto oltre a spiegare la carta e dare una breve descrizione “Il Clima è freddo, l’aria salubre, li pascoli, il mele, le acque eccellenti; ve ne sono anche delle minerali calde-sulfuree, e fredde-acidule, che dinotano la quantità e qualità delle miniere…”, per la prima volta conferisce un titolo, di cui questa era priva, “Bormio e sue cinque valli cioè Livigno, Furva, Val di Dentro, Val di Sotto, e Valle di San Giacomo in Frele”. Il nostro esemplare, rispetto ad esempio a quello conservato a Sondrio nella Collezione del Credito Valtellinese, non presenta gli elementi araldici in quanto questi sono stati coperti in fase di stampa. Ottima la conservazione ed impressione, unico esemplare ad oggi conosciuto nelle condizioni sopra descritte. Estremamente rara. Bibliografia: Arrigoni Bertarelli 1930, p. 147, n. 1339; Guido Scaramellini 1978, p. 170; Oscar Sceffer 2006, n. 34; Silvia Bianchi 2007. p. 174-75, n. 72
 Tecnica incisione in rame all’acquaforte
 Dimensioni 370×482 mm
 Prezzo a richiesta

 


Luogo/soggetto Milano
 Titolo Città di Milano
 Autore Caniani G. inc. & Pinchetti dis.
 Data 1801
 Descrizione Importante e rara pianta della città di Milano disegnata da Giacomo Pinchetti ed incisa da Giuseppe Caniani. Nella parte superiore, sotto la titolo, sono riportate su dodici colonne: le Fabbriche Pubbliche, le Collegiate, le Parrocchie e le Chiese Sussidiarie. In calce, su diciotto colonne, sono riportati i nomi delle vie, piazze e porte della città. Nell’angolo in basso a sinistra della pianta sono elencati con i rispettivi rimandi i Luoghi di Educazione, i Luoghi Pii, la Guardia Nazionale ed i rimandi al Foro Bonaparte secondo il progetto dell’Antolini in accordo al Decret. con Legge del 30 Nevoso Anno IX. Le scale grafiche sono espresse in Braccia Milanesi e Tese di Francia. Il progetto del Foro Bonaparte dell’Antolini fu senza ombra di dubbio il più prestigioso ed importante della Milano di età napoleonica. Il progetto prevedeva “Dopo la demolizione delle Fortificazioni della Cittadella di Milano e suo spalto rimane in piedi il caseggiato civile di figura quasi quadrata. Questo viene circondato a grande distanza da fabbriche pubbliche e private distribuite sopra ad una periferia di un circolo, che ha un diametro di circa mille braccia milanesi. Le fabbriche sono: otto sale per le assemblee del Popolo, le Terme, la Dogana, il Teatro, la Borsa, il Pantheon, il Museo, dodici Colonnati con Magazzini, Botteghe, ed abitazioni. Un portico continuo formato dai suddetti dodici Colonnati e dai Pronai delle fabbriche pubbliche a cui si uniscono, fa fronte a tutti gli Edifizi, serve di passeggio e di comodo ai Cittadini. Il Canale Naviglio, che esce dalla Dogana, gira parallelo ai Portici, quindi si unisce al tratto di Canale medesimo verso Porta Vercellina. Si entra nel Foro dalla parte della Città: si esce dalla parte verso la Campagna imboccando la nuova strada di Francia pel Sempione.”.* La realizzazione del Foro Bonaparte di Antolini non fu però avviata malgrado la simbolica posa della prima pietra avvenuta in occasione della Festa della Pace di Luneville, celebrata il 30 aprile 1801. L’esemplare si presenta in ottimo stato di conservazione, foglio in barbe, piega centrale. * “Piano economico politico del Foro Bonaparte…” Milano, 9 Brumale Anno X Repubblicano
 Tecnica incisione in rame
 Dimensioni 695×560 (810×608 mm il foglio) mm
 Prezzo 2.700  euro

Presso lo stand della Libreria Malavasi:

L’annata completa de “La domenica del Corriere”

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  • Libreria: Libreria Antiquaria Malavasi (Italia)
  • Anno pubblicazione: 1899-1968
  • Soggetti: PERIODICo COLLEZIONE COMPLETA \\OPERE GEN PERIODICI ITALIA
  • Luogo di pubblicazione: Milano
  • Note Bibliografiche: In-4 gr., legature diverse in mz. tela o similpelle, titolo oro al dorso. Offriamo una collezione completa e rilegata di 69 annate della Domenica del Corriere, dal 1899 (Anno I, n. 1), al 1968. Settimanale illustrato del “Corriere della Sera” – celebre per le copertine di Achille Beltrame e di Walter Molino – sulle sue pagine trovarono una vetrina popolare anche le grandi firme del Corriere, da Luigi Barzini a Indro Montanelli. Precisiamo che la rivista cambiò titolo nel corso del 1945/1946 e le due annate risultano cosi’ composte: 1945 – primi 16 nn. (”Domenica del Corriere”); dal 27 maggio (n. 1) al 30 dicembre (n. 32) diventa “Domenica degli Italiani” / 1946 – primi 12 nn. (”Domenica degli Italiani); dal 31 marzo (n. 1) al 29 dicembre (n. 40) ridiventa “Domenica del Corriere”. Tutta la raccolta è in buono stato.
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